venerdì 21 maggio 2010

La Tristeza y La Furia

En un reino encantado donde los hombres nunca pueden llegar, o quizà donde los hombres transitan eternamente sin darse cuenta...

En un reino màgico donde las cosas no tangibles se vuelven concretas...

Habìa una vez...

un estanque maravilloso.

Era una laguna de agua cristalina y pura donde nadaban peces de todos los colores existantes y donde todas las tonalidades del verde se reflejaban permanentemente...
Hasta aquel estanque màgico y transparente se acercaron la tristeza y la furia para bañarse en mutua compañia.
Las dos se quitaron sus vestidos y, desnudas, entraron en el estanque.
La furia, que tenìa prisa (como siempre le ocurre a la furia), urgida -sin saber por qué-, se bañò ràpidamente y, mas ràpidamente aùn, saliò del agua...
Pero la furia es ciega o, por lo menos, no distingue claramente la realidad. Asì que, desnuda y apurada, se puso, al salir, el primer vestido que encontrò...
Y sucediò que aquel vestido no era el suyo, sino el de la tristeza...
Y asì, vestida de tristeza, la furia se fue.

Muy calmada, muy serena, dispuesta como siempre a quedarse en el lugar donde està, la tristeza terminò su baño y, sin ninguna prisa -o, mejor dicho, sin conciencia del paso del tiempo-, con pereza y lentamente, saliò del estanque.
En la orilla se dio cuenta de que su ropa ya no estaba.
Como todos sabemos, si hay algo que a la tristeza no le gusta es quedar al desnudo. Asì que puso la ùnica ropa que habìa junto al estanque: el vestido de la furia.

Cuentan que, desde entonces, muchas veces uno se encuentra con la furia, ciega, cruel, terrible y enfadada.
Pero si nos damos tiempo para mirar bien, nos damos cuenta de que esta furia que vemos es sòlo un difraz, y que detràs del disfraz de la furia, en realidad, està escondida la tristeza.

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In un regno incantato dove gli uomini non potranno mai arrivare, o forse dove gli uomini transitano eternamente senza rendersene conto...

In un regno magico in cui le cose non tangibili diventano concrete ...

C'era una volta ...

uno stagno meraviglioso.

Era un laghetto di acqua limpida e pura in cui nuotavano i pesci di tutti i colori esistenti e dove tutte le tonalità del verde si riflettevano in modo permanente ...
Fino a quel magico e trasparente stagno si avvicinarono la tristezza e la furia per fare il bagno in reciproca compagnia.
Le due si tolsero i vestiti e nude, entrarono nello stagno.
La furia che aveva premura (come sempre succede alla furia), frettolosa- senza sapere perché-, si bagnò rapidamente, e ancor più rapidamente, uscì fuori dall'acqua ...
Ma la furia è cieca, o almeno non distingue chiaramente la realtà. Così, nuda e imbarazzata, indossò, nell'uscire, il primo vestito che trovò ...
E successe che quel vestito non era il suo, ma della tristezza ...
E così, vestita di tristezza, la furia se ne andò.

Molto tranquilla, molto serena, pronta come sempre a rimanere nel luogo dove si trova, la tristezza continuò il bagno e senza alcuna fretta, o meglio, senza consapevolezza del passare del tempo, pigra e lenta, uscì dal laghetto.
Sulla riva si rese conto che i suoi abiti non c'erano più.
Come tutti sappiamo, se c'è una cosa che non piace alla tristezza è di restare nuda. Così indossò l'unica cosa che era vicino allo stagno: il vestito della furia.

Si dice che, da allora, molte volte si incontra la furia, cieca, crudele, terribile e arrabbiata.
Ma se con calma guardiamo bene, ci rendiamo conto che questa furia che vediamo è solo un vestito, e che dietro la maschera della furia, in realtà, si nasconde la tristezza.


Jorge Bucay, Cuentos para pensar.

2 commenti:

Betty ha detto...

ciao Paola, piacere mio di fare la tua conoscenza.
Davvero molto molto significativo questo racconto, grazie per averlo condiviso con noi, a presto.

Viva ha detto...

grazie mille Betty, questo è uno dei miei libri preferiti, pieno di racconti interessanti... lo scrittore è uno psicanalista. magari ne tradurrò e posterò altri...
baci.

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